Scf Italia

SCF è il consorzio che gestisce in Italia la raccolta e la distribuzione dei compensi, dovuti ad artisti e produttori discografici, per l’utilizzo in pubblico di musica registrata

Costituito nel 2000, con oltre 400 produttori discografici aderenti, il consorzio offre ai suoi oltre 110.000 clienti la possibilità di utilizzare e diffondere in pubblico le produzioni di etichette discografiche indipendenti e major internazionali, nel rispetto di quanto stabilito dalla legge sul diritto d’autore e dalle direttive dell’Unione Europea.

Il repertorio tutelato da SCF conta oltre 20 milioni di brani, che, con il recente ingresso tra i produttori iscritti di AFI, equivale alla quasi totalità del repertorio musicale nazionale e internazionale prodotto in Italia.
Rappresentando i diritti connessi delle più eterogenee realtà musicali, SCF da’ valore alle singole diversità del mercato musicale, consentendo a tutte le imprese di ottenere una più agevole e tutelata diffusione delle proprie produzioni discografiche.

Dai piccoli negozi alle grandi aziende, tutti devono poter utilizzare e diffondere musica nei propri esercizi, giovando dei benefici che la riproduzione di musica di qualità può avere sull’efficacia delle attività di marketing. Con una semplice e unica licenza SCF vi da’ la possibilità di attingere, nel rispetto della legalità, da un immenso bacino di musica d’altissima qualità, appartenente al repertorio musicale di tutti i produttori rappresentati dal consorzio.

SCF è presente nell’elenco delle imprese che svolgono attività di intermediazione dei diritti connessi al diritto d’autore, pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’informazione e l’editoria (http://www.governo.it/die/) ai sensi dell’art. 3 del D.P.C.M. 19 dicembre 2012 (“Individuazione, nell’interesse dei titolari aventi diritto, dei requisiti minimi necessari ad un razionale e corretto sviluppo del mercato degli intermediari dei diritti connessi al diritto d’autore di cui alla legge 22 aprile 1941, n. 633 e successive modificazioni”) e dunque risulta possedere i requisiti minimi per operare come ente di gestione collettiva dei diritti connessi.

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